Riflessioni sul disegno di legge sull'affido condiviso: cosa cambia per i minori?

Riflessioni sul disegno di legge sull’affido condiviso: cosa cambia per i minori?

Il Ddl Salomone sull’affido condiviso solleva preoccupazioni per il benessere dei minori, evidenziando rischi legati al doppio domicilio, alle disparità economiche e alla necessità di ascoltare le loro esigenze.
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Il Ddl Salomone, attualmente in discussione nella commissione Giustizia del Senato, propone l'affido condiviso per i minori in caso di separazione dei genitori, suscitando preoccupazioni su temi come il doppio domicilio, il mantenimento diretto e l'allontanamento in casa famiglia. Marina Terragni, Autorità Garante per l’infanzia, mette in guardia sui rischi di instabilità emotiva per i bambini e - Gaeta.it

Il dibattito sul disegno di legge riguardante l’affido condiviso, noto come Ddl Salomone, è attualmente al centro dell’attenzione nella commissione Giustizia del Senato. Questo provvedimento, già oggetto di una petizione firmata da oltre 1.600 persone in pochi giorni, solleva preoccupazioni su possibili impatti sulla vita dei minori coinvolti in situazioni di separazione o divorzio dei genitori. Le criticità maggiori si concentrano su aspetti come il domicilio paritetico, l’allontanamento in struttura familiare per motivi gravi, il mantenimento diretto e l’obbligo di mediazione familiare.

Doppio domicilio: rischi per la stabilità del bambino

Uno degli aspetti più contestati del disegno di legge è l’idea del doppio domicilio per i minori. Marina Terragni, Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza, ha espresso il suo dissenso riguardo a questa proposta. Secondo Terragni, trasferire un bambino tra due case diverse può comportare un’instabilità emotiva significativa e la perdita di riferimenti familiari essenziali, come la vicinanza alla scuola e alle amicizie.

L’idea che il giudice possa decidere in merito dopo aver ascoltato le esigenze del minore viene considerata insufficiente. Terragni sottolinea l’importanza di includere la voce dei bambini nelle decisioni, non sempre attraverso le parole, ma anche monitorando il loro comportamento e il rendimento scolastico. Già ora, la mancanza di attenzione ai segnali non verbali dei minori può aggravare le problematiche esistenti.

Conflitti tra genitori e il benessere dei bambini

La situazione delle separazioni conflittuali tra genitori è spesso caratterizzata da tensioni che influenzano negativamente i figli. Per affrontare questo tema, l’Autorità Garante ha realizzato un libro in collaborazione con l’Università Cattolica del Sacro Cuore, che esplora come i bambini vivono la separazione dei genitori. Le testimonianze raccolte, comprese immagini e parole dei minori, rivelano che la sofferenza è parte di questa esperienza.

Terragni invita a rivedere le procedure esistenti per ridurre il conflitto tra madri e padri. Un esempio significativo presente nel libro riporta la sensazione di un bambino che si sente come un pacchetto, spostato tra le case della mamma e del papà. Questo scenario evidenzia l’urgenza di mettere in atto pratiche più efficaci che impediscano di travolgere i minori in dinamiche conflittuali.

Riforma del mantenimento: chi ne paga il prezzo?

Il disegno di legge propone l’eliminazione dell’assegno di mantenimento in favore del mantenimento diretto, ripartito su base equa per le spese. Questa modifica potrebbe avvantaggiare il genitore economicamente più forte, un fattore che solleva preoccupazioni sulla disparità tra i due genitori. Si osserva che nel contesto attuale, le donne risultano frequentemente quelle con risorse economiche inferiori.

Il passaggio a un modello di bigenitorialità perfetta, in cui il bambino vive tra due case di diversa qualità, rischia di enfatizzare il divario socio-economico esistente. Nonostante i progressi nel tasso di occupazione femminile, il gender gap persiste, e il genitore economicamente più debole è spesso la madre. La riforma, dunque, si pone come un tema delicato, in cui le disparità di reddito potrebbero ulteriormente marginalizzare le figure genitoriali già vulnerabili.

Allontanamento in casa famiglia: necessità di un ascolto attento

Un’altra questione critica sollevata dal disegno di legge riguarda il potenziale allontanamento dei minori in casa famiglia per gravi motivi, i quali non vengono chiaramente definiti. Questa clausola può generare incertezze significative riguardo ai diritti e al benessere dei minori, oltre a sollevare interrogativi sull’interpretazione di cosa possa costituire un “comportamento ostativo” da parte di uno dei genitori.

Terragni mette in guardia sull’importanza di affinare le tecniche di ascolto dei minori in questi frangenti. Spesso si rischia di attribuire comportamenti problematici dei bambini a un genitore senza considerare la volontà del minore stesso. Per questo motivo, è fondamentale garantire che le decisioni siano fondate su un ascolto autentico e accurato delle esigenze e dei sentimenti dei bambini.

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